Stamattina il sole distende il suo tappeto di luce sulla città addormentata. Ammantato di chiarore, un abete dondola dolcemente dietro i vetri della mia finestra. Le enormi radici mordono il terreno, stringendo in una morsa la dura zolla. Così stretto e attanagliato è il mio cuore, pulsante fra le spire dell'indignazione. La città si risveglia ma le sue fucine ormai esalano fumi malsani, incapaci di produrre nuovi e utili manufatti. Dov'è che tutti hanno lasciato cuore e cervello? L'immaginazione, che dà vita al sogno, si è smarrita nella giungla del mondo. E il vuoto, potente e imperante, soffia il suo nulla nelle anime. Nessuno ha più orecchie per ascoltare, nè occhi per vedere. Ciechi e sordi ci beiamo del nostro insignificante ciarlare, di affari conclusi, di mani strette, di patti suggellati. Chi ha cuore non comanda, obbedisce e subisce.
Oggi la mia perla è una mina pronta a esplodere in un dipinto di accecante bagliore.
Perla #2#
Dal velo squarciato d'innocenza perduta
trasuda verità
come caldo sangue di ferite vive
Il mondo si appalesa senza veli
e si frantuma il castello dell'infanzia
svanita
In un popolo di uomini bambini
pecore sperdute
alla ricerca di un pastore
pochi adulti brandiscono
il bastone del potere
Aperti gli occhi
dall'increspato orlo
il mio solitario grido di sgomento
precipita nell'infinito nulla
S.P.
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