mercoledì 11 marzo 2015

Perla #7#

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Percorriamo il sentiero della vita come ciechi cavalli furiosi. Sotto i nostri zoccoli si frantumano perle di esistenza, mentre altre celano il loro scintillio tra il fogliame del mondo. La distorsione dell'occhio non consente sguardi laterali o obliqui. Sciolte le briglia, il cavallo scalpita, corre. Ma lo scalpitio non gli consente di abbandonare la strada tracciata. Non vede il bosco ai suoi lati, i meravigliosi fiori ed i frutti che cela, può vedere solo davanti a sè e scagliarsi in una folle, infinita corsa verso un irraggiungibile orizzonte.
Ma a volte capita che la corsa si arresti, senza ragione, improvvisa. Il cavallo, disorientato, si volge su se stesso. E guarda. E vede frammenti di vita oltre i suoi paraocchi. Fotogrammi di una pellicola a cui non sa dare continuità. I paraocchi non glielo consentono. Eppure per la prima volta, si è fermato e ha guardato. Ha visto il bosco, i fiori, i frutti, il fogliame: lo spazio, la libertà.
 Anch'io, oggi, per un po' ho fermato la mia corsa. Ho iniziato a guardarmi intorno e la meraviglia, la complessità e la varietà di cui sono circondata mi ha preso per mano riconducendomi sul sentiero dei sogni. Un sentiero che non vorrei abbandonare mai per tornare a coltivare le ambizioni perdute  ed i desideri dimenticati. Ma sono come il cavallo, oramai assolutamente incapace di deviare dalla strada tracciata.








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